Mi piace tantissimo e condivido con grande piacere la “riscrittura” del mito di ©Persefone e Demetra di Monica Simonazzi
“Lo so, i miti sono i miti, archetipi scritti agli albori dei tempi e riconosciuti da tutti i popoli. Però io mi sono un po’ stancata di questa Persefone rapita e vittima di dei maschili , senza nessun potere decisionale, e di questa Demetra, così ultra-protettiva , sebbene per amore, così riscrivo la storia.
Persefone era una cara ragazza, sveglia, intelligente , con grandi occhi marroni , non troppo alta e, a dirla tutta, con qualche chiletto di troppo secondo i dettami della moda del momento. Curiosa come poche e con tanta voglia di imparare e viaggiare. Sua madre, Demetra , sebbene fosse una dea, era un filino protettiva, come molte mamme umane. “Persefone stai attenta a questo, non fare troppo tardi, non allontanarti troppo , non andartene in giro da sola e non parlare con gli sconosciuti , che tra umani e dei non c’è molto da fidarsi”. Insomma , le solite raccomandazioni. Persefone , crescendo, allungava sempre più le sue passeggiate , desiderosa di apprendere cose nuove e scoprire nuovi paesaggi. Ormai aveva imparato a servirsi dei benefici dell’essere dea, spostandosi piuttosto in fretta , mimetizzandosi tra foglie e fiori e …rientrando sempre cinque minuti dopo, con la scusa che non era più una bambina e quindi aveva ben diritto di rientrare sempre più tardi. Demetra brontolava , come tutte le mamme, ma in fondo non poteva negare un po’ di tempo in più , considerato il grande giudizio che la sua bambina aveva sempre dimostrato e il sorriso radioso di felicità con cui tornava dalle sue scorribande.
Un giorno Persefone decise di cercare fiori rari all’interno di una grotta. Per non sentire brontolii e ramanzine, lasciò le amiche raccontando loro che desiderava un attimo di intimità , quindi si addentrò in una grotta che aveva scorto e in cui non era mai entrata. Cercare fiori in un luogo buio non le sembrava razionale, i fiori hanno bisogno di luce , d’altra parte se non si esplora non si faranno mai scoperte. Dopo un lungo cammino , immersa ormai nelle tenebre , vide qualcosa che assomigliava ad un bagliore rossastro quindi accelerò il passo e … scivolò dentro un pozzo che scendeva , senza farla precipitare, in un luogo davvero mai visto. Poco dopo il morbido atterraggio, su strane forme di vegetazione, si sentì chiamare da una voce profonda e maschile e vide comparire un ragazzo moro , occhi scuri e capelli ricci neri neri . Davvero un gran bel ragazzo , la situazione sembrava preoccupante ma quel pensiero di ammirazione le sfuggi prima di qualunque altro. Il ragazzo le si avvicinò, le tese la mano e l’aiutò a rialzarsi, che stretta forte e dolce al tempo stesso , che sorriso luminoso ! “ Ben arrivata nel mio regno Persefone , scusa l’ingresso non proprio comodissimo ma di solito non ricevo visite così gradevoli , mi presento: sono Ade , il signore di questi luoghi , regno di morte e oscurità.” Ops, Persefone pensò di essersi cacciata in un qualche guaio e già pensava ai rimbrotti di sua madre Demetra, però quel ragazzo era davvero… strepitoso!
Ovviamente quella sera Persefone non rientrò a casa e Demetra , molto preoccupata, la cercò ovunque . Chiese subito alle amiche, che nulla sapevano poiché Persefone desiderava un momento di intimità , così aveva detto, quindi non erano in grado di fornire indicazioni. Demetra , sempre più angosciata, cercò ovunque, ma proprio ovunque : fece il giro di tutti i luoghi in cui , di solito, si recava la figlia , poi la cercò in luoghi in cui sperava la figlia non si recasse mai , ma si sa, lo spirito curioso e un po’ ribelle può portare anche in luoghi che sarebbe meglio evitare. Niente , nessuna traccia della ragazza, scomparsa nel nulla. Dopo nove giorni e nove notti , pare che il nove sia il numero per chiudere un ciclo ma …. È solo una credenza, o forse no. Comunque , dopo nove notti e nove giorni di ricerche infruttuose Demetra , urlò la sua disperazione e iniziò a lasciare che la terra smettesse di produrre i suoi frutti . Questo provocò tutta una serie di spiacevoli conseguenze , perché si sa che le azioni di uno riverberano nel tutto, ma Demetra era così disperata che non le importava più di nulla se non di riavere la sua bambina. A quel punto Helios si rammentò di un particolare che aveva visto , tempo addietro , ma a cui non aveva prestato attenzione, così chiamò Demetra e le disse di aver visto Persefone entrare in una grotta da cui si poteva accedere al regno degli inferi, forse era laggiù. Demetra, furiosa e preoccupatissima, tutte le madri quando sono molto molto preoccupate diventano furiose, si recò da Zeus , l’unico a poter verificare se effettivamente la sua povera piccola fosse in quel regno infernale.
Nel frattempo Persefone , che non potendo vedere l’alternarsi del giorno e della notte aveva perso un po’ la cognizione del tempo, aveva avuto modo di apprezzare le doti nascoste di Ade : non era solo il burbero signore del regno dei morti e di una infinita schiera di demoni , ma anche il prezioso dispensatore delle ricchezze racchiuse nel grembo di Madre Terra. Se ne era davvero innamorata ed era divenuta la sua sposa , senza troppi fronzoli e festeggiamenti, un matrimonio di cuore , celebrato da loro stessi. Nel regno di sopra, Zeus, dopo aver ascoltato Demetra, inviò Mercurio, il messaggero, affinché verificasse la presenza di Persefone nel regno di Ade e la avvertisse di quanto stava accadendo. Quando Persefone venne aggiornata da Mercurio, si rese conto di aver trascurato un pochino la sua mamma e ora… chissà quanti rimproveri, seppur meritati, inoltre non era proprio sicura che mamma sarebbe stata felice del suo matrimonio. Ade, veramente innamorato, le suggerì di ritornare di sopra, chiedendole di ricordarsi di lui e del loro amore. Persefone , era consapevole che i matrimoni “ misti”, seppur tra divinità e in tempi ormai “moderni”, non erano ancora così accettati, avrebbero accusato il suo sposo di averla rapita e se lei lo avesse difeso, sarebbe stata commiserata come vittima della sindrome di Stoccolma , sindrome già nota nei tempi degli dei ma ancora sottaciuta. Sebbene Ade la incoraggiasse a ritornare da mamma Demetra , Persefone volle essere sicura di poter ritornare dal suo amato sposo così chiese se non ci fosse qualche sortilegio che li legasse per sempre di fronte a tutta la comunità.
Una legge molto molto antica sanciva la sacralità e la indissolubilità di un legame matrimoniale a patto che i due sposi mangiassero alcuni chicchi di uno stesso melograno, frutto dai molteplici significati spirituali. Detto fatto, i due sposi mangiarono dello stesso frutto,- questa mi pare di averla già sentita nella Bibbia e con conseguenze funeste, ma ricorderò male-, Persefone uscì dal regno dei morti e riabbracciò la sua mamma , che, vedendo la figlia così felice e serena, si rasserenò e fece rifiorire tutta la terra. Madre e figlia, si raccontarono su quanto avvenuto a ciascuna, mentre sorbivano una buona tazza di thè e spiluccavano alcuni pasticcini.
In effetti , come previsto da Persefone, Demetra non fu proprio contenta delle nozze tra la sua piccolina e quel brutto ceffo di Ade, inoltre non aveva potuto presenziare alla festa ed invitare tutti gli Dei, come aveva sempre sognato. Cercò di convincere la figlia a rompere quel legame ed abbandonare per sempre quell’Ade , avrebbe potuto trovare mariti ben migliori ! Il divorzio e le seconde, o terze, o quarte nozze erano un privilegio delle divinità, tale privilegio sarebbe stato concesso , in seguito, anche agli umani. Persefone riferì alla madre dell’antica legge e del fatto che aveva mangiato , assieme ad Ade, chicchi dallo stesso melograno, quindi erano legati in modo indissolubile, però avrebbe vissuto con lei alcuni mesi all’anno e trascorso altri mesi col suo sposo. A Demetra non rimase che accettare questa situazione e da allora , quando Persefone è con la sua mamma, la terra si riempie di fiori e frutti, quando torna dal suo sposo la terra è brulla ma soprattutto si riposa e si prende cura di sé stessa, in attesa della nuova primavera.
Ecco , mi piace di più una Persefone che sceglie , che esplora, che usa antiche leggi per cambiare costumi e credenze limitanti, che apprezza la profondità e la quieta del regno dei morti come preparazione e passaggio ad una nuova vita.”
Grazie Monica per questa nuova storia!
Amore e Vita
Laura
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