Tutto iniziò con una carta. Il suo nome è “Inesorabile”.
Nel gennaio 2018 decisi di cominciare un percorso sulla consapevolezza ciclica e il sacro femminino.
Mi chiamava già da un po’ ma mi ero allontanata dal lavoro che amavo e da me stessa e non mi concessi la possibilità di ritrovarmi. Fino a quel momento.
Andai così alla Capanna della Luna e della Terra, un grembo, un tempio urbano ospitato dal cuore e tra gli alberi di Laura Pieretti, Moon Mother che avevo già conosciuto e in cui avevo intraletto qualcosa che non compresi, ma mi chiamò.
Andai e con me vennero il mal di stomaco, la nausea e l’irrequietezza con cui ormai convivevo da mesi. Sì, perché negare se stessi può avere di questi effetti collaterali.
Insomma, il cancello si aprì e attraversai quel giardino come si attraversano certi sentieri che ti magnetizzano e tu semplicemente, malgrado tutte le resistenze, rispondi.
Incontrai altre donne, ci mettemmo in cerchio e l’avventura ebbe inizio. Danzammo, condividemmo, ricevemmo suggestioni da Laura e soprattutto realizzammo la nostra prima carta con la tecnica del SoulCollage®.
Non si pensa, nel crearla. Non si giudica. La si lascia prendere forma sotto le proprie mani e poi, ad opera compiuta, la si interroga per scoprire chi sia e cosa ci porti.
La mia si chiamava “Inesorabile”, appunto. Era un archetipo e un aspetto di me profondo e potente che si era fatto spazio per manifestarsi ed esprimersi in tutta la sua forza. Era l’istinto di vivere, la saggezza della selvaticheria.
Ho frequentato la Capanna per un anno e di carte ne sono nate tante, ognuna con un dono e dei messaggi. Anche questa storia la scrivo consultandone una.
Il SoulCollage® apre porte e canali di comunicazione con il profondo e il sottile.
Ricominciai così a nutrire la mia creatività, mentre prendevo contatto con la mia natura ciclica. Per la prima volta mi sentii una privilegiata ad essere donna e fortunata a riscoprirlo con altre donne in cammino come me.
Io nasco attrice e poetessa e, dopo quel periodo di silenzio forzato, ora ricominciavo a scrivere e a farlo in modo nuovo, immaginifico, istintivo, quasi estatico.
Così sono nate tante poesie della raccolta che ho pubblicato nel febbraio 2019 dal titolo Semi. Sono voci e personaggi desiderosi di esprimersi, immagini che aspettavano di venire alla luce. Io ho solo ascoltato, ho seguito il sentire – la Capanna è stata una grande palestra in questo.
E vi dirò di più: ad ogni passo che facevo verso una nuova consapevolezza, donne (e uomini) dei contesti più vari mi portavano messaggi spesso identici, malgrado non si conoscessero tra loro.
Non vi so dire in quante mi stimolarono a pubblicare le poesie e, quando lo feci, anziché attendere 3-6 mesi (tempo medio di risposta di una casa editrice), Edizioni La Gru mi scrisse. Era una donna ad essere stata attratta dalla mia e-mail e dopo soli cinque giorni mi propose di inviarle altro materiale e quindi di firmare un contratto.
Di lì a poco Marianne Cordier, pittrice meravigliosa che incontrai alla Capanna, ne dipinse e donò la copertina con mia enorme commozione e gratitudine.
Le ragazze con cui avevo fatto il percorso mi sostenevano, e così una mia nonna che, contro tutto e tutti, dalla sua sedia e con il suo chignon mi infondeva speranza e fiducia. Così sua figlia, una mia zia, anche lei controcorrente, anche lei a fare il tifo per la vita e la libera espressione di sé.
Ecco allora che il 2 marzo 2019 ci sarà la prima presentazione del libro alla mostra di un mio ex professore di arte che me lo ha proposto del tutto inaspettatamente.
Ecco che Annalisa Tolentinati, una guaritrice, mi ha chiesto di portarne delle copie alle sue conferenze. “Sono poesie di consapevolezza” dice “le persone devono leggerle”.
E poi Laura, catalizzatrice di tutto il processo, ha offerto a questi Semi di venir battezzati e quindi presentati durante il prossimo equinozio di primavera, nella notte di luna piena del 21 marzo 2019. Quale migliore occasione per celebrare una nuova fioritura?
Così oggi sono alata e piena di linfa, mal di stomaco, irrequietezza e nausea mi hanno lasciata da un pezzo; mi beo del vento e della luce che attraversano le porte ora aperte e soprattutto sono una donna più consapevole e un’artista viva.
Semi è un auspicio di vita per tutti.
Dal profondo del cuore: GRAZIE
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