Le donne dell’artista MerakiLabbe, al secolo Vanja Vukelic, camminano, si muovono, danzano, meditano, si radicano, semplicemente e s i s t o n o su corpi nudi, aggraziati, spesso avvolti nella notte stellata, circondati da farfalle, piante, stelle, animali, arcobaleni e fiori.
Sono corpi che prendono vita dalla terra, a volte hanno radici al posto dei piedi e sempre – da essi – sbocciano teste fiorite, capelli di petali, ciuffi d’erba, astri del cielo.
Perché alla donna, sembra dirci l’artista, basta essere connessa con la Natura, anzi quella è la sua propria natura: essere Natura, essere albero, fiore, stella, luna.
I nostri occhi, gli occhi della donna, sono altrove, sul petto, sulle mani, ossia in uno spazio non delimitato come il volto.
Perché le donne di Vanja sono donne sacre, raffigurano il femminile sacro che a tutto è connesso. Sono donne consapevoli della propria natura, della propria forza e della propria ascendenza, che è quella che collega cielo e terra, sole e luna in un equilibrio tutto naturale.
È un mondo magico il suo. Perché la magia esiste ed è proprio sotto i nostri occhi, non quelli esterni (che appunto non sono necessari in questo mondo immaginifico) bensì quelli che abbiamo dentro.
Perché, ci dice Vanja, attraverso le sue immagini e nelle sue pubblicazioni Transmissions e Alchemy of imagination, la magia l’abbiamo dentro, anche se è sempre più difficile da vedere. La magia è un filo che collega tutti noi e crea una rete cosmica di relazioni. Basta seguire il nostro intuito, il nostro cuore.
Dare spazio ai nostri pensieri e ai nostri sentimenti non solo ci rende più forti ma ci apre gli occhi sullo stupore e ci dà maggiore consapevolezza.
Come? Per esempio tenendo un diario, perché la scrittura è sacra.
Dando spazio ai nostri sogni, perché grazie ai sogni ogni notte entriamo in un labirinto mitico oscuro, antico e le visioni nei nostri sogni ci possono aiutare a decifrare un sapere primordiale nostro e dei nostri antenati, quindi a essere più consapevoli, intuitivi e creativi.
E poi diamo spazio e ascolto all’immaginazione, il nostro bambino interiore, quello che un tempo correva, giocava e rideva senza motivo.
Ma, soprattutto, onoriamo le donne che ci hanno preceduto e ci hanno indicato la strada, come la stessa nonna di Vanja, a cui è dedicato il suo lavoro: https://merakilabbe.ca
©herudolph
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