In questo libro lo psicanalista James Hillman sviluppa l’idea platonica secondo cui ciascuno di noi, prima della nascita, sceglie un disegno che poi vivremo sulla terra e viene poi accompagnato da un Daimon, il quale ha il compito di ricordarci quale sia questo disegno e ci aiuti a realizzarlo.
Se avete avuto mai questa sensazione, di essere destinati in particolare a realizzare una determinata opera, manifestando segnali sin da piccoli, allora vi riconoscerete in questa descrizione: ci sono persone che da subito manifestano doti, talenti specifici e, se guidati e supportati nel giusto modo dalla famiglia e dalla società, riusciranno a far sbocciare il loro dono.
Se invece non la avete mai avuta e avete piuttosto la sensazione di navigare a vista, non preoccupatevi: Hillman ci assicura che nessuna vocazione viene perduta, semmai viene rimandata e alla fine il vostro daimon riuscirà a guidarvi sulla via più adatta a voi.
Personalmente, faccio parte della seconda categoria: sin da piccola ho mostrato propensione per il disegno ma non ho avuto l’occasione di coltivare la mia passione, venendo spronata a dedicarmi ad attività più “concrete” e spendibili. Mi sono quindi ritrovata ad abbandonare la creatività per lungo tempo, o quantomeno a relegarla al tempo libero (che era sempre meno). Poi, le varie vicissitudini della vita mi hanno portata ad avere più tempo libero a disposizione e ad avere quindi l’occasione di riprendere a dedicarmi alla creatività.
Hillman attribuisce grandi responsabilità a chi sta intorno e si occupa dei bambini: sono queste persone che hanno il dovere di scovare le manifestazioni del daimon e interpretarle correttamente, mentre spesso vengono fraintese e il bambino viene “corretto” piuttosto che aiutato a manifestare la propria vera anima.
In buona fede magari, genitori e insegnanti tendono a inquadrare il ragazzino anziché lasciarlo esprimere liberamente, oppure cercano di far deviare i suoi interessi verso qualcosa che si potrà, da grande, tradurre in una sicura attività lavorativa.
Pur riconoscendo la responsabilità degli adulti che circondano il bambino, Hillman ci invita poi a liberarci dell’idea che i nostri genitori siano gli unici responsabili di ciò che ci accade nella nostra vita, che siano successi oppure fallimenti: dobbiamo essere noi, a un certo punto, ad assumerci la responsabilità di creare le giuste condizioni affinchè il nostro daimon abbia modo di esprimersi.
E’ interessante l’idea che si nasca con una sorta di disegno da compiere, ma a me a volte ha messo ansia: e se io non avessi compreso il progetto che sono chiamata a realizzare? E se non avessi alcun destino particolare? Ho però deciso di nutrire fiducia negli eventi e lasciare che il mio daimon continui a sussurrarmi indicazioni all’orecchio.
Ti consiglio questo libro se hai desiderio di esplorare i tuoi talenti, riconoscerli, comprenderli, face pace con te stesso e con chi non ti ha aiutata a nutrirli opportunamente.
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