Vidi sui social un post che parlava di questo libro e sentii un istintuale desiderio di leggerlo. Sulla copertina nera, l’immagine di Lilith disegnata da Morena Luciani Russo.
13 donne si raccontano, ciascuna in un capitolo dedicato a una delle 13 lune piene dell’anno. Già nell’introduzione, Rossella Grenci racconta il suo intento: “raccogliere storie di donne che stanno dedicando la loro vita, i loro sogni, le loro pratiche quotidiane, alla Dea”.
Non ero pratica allora di spiritualità della Dea, ma ero davvero molto incuriosita di leggere quel libro.
Scoprii, e iniziai a seguire, donne incredibili che raccontavano il proprio percorso di vita e le proprie passioni, tutte incentrate sul divino femminile. Compresi quindi che esso si manifesta in vari modi: non è una religione, non è un credo, è un diverso e affascinante sguardo sul mondo.
C’è chi si dedica ai cristalli, chi alla meditazione, chi ai canti e alle danze, all’arte o ai tarocchi, allo yoga e alla consapevolezza del ciclo mestruale, chi ai rituali e alle cerimonie. C’è chi si riappropria del termine Sacerdotessa, e fu illuminante leggerlo per me, abituata ad anni di chiesa cristiana, dove la gestione del sacro è esclusivamente in mano agli uomini. C’è chi insegna lo sciamanesimo in versione femminista, declinando al femminile ogni termine generico solitamente usato al maschile: perché si, nella nostra piccola e lenta rivoluzione contro il patriarcato ci servono anche le vocali. C’è chi si definisce Strega, a dispetto della declinazione negativa con cui, negli anni, è stato usato questo termine; e a dispetto dei pericoli che milioni di donne hanno affrontato venendo etichettate con questa parola.
Ogni racconto è permeato dalla stessa passione e desiderio di riportare alla coscienza il divino femminile, per far comprendere alle donne che possono smettere di pensare a un Dio che sta solamente lassù in alto nel cielo come ci hanno a lungo insegnato, ma possono rivolgersi a un principio creatore femminile, gravido di vita, dal quale tutto ha origine, al quale tutto torna e che tutto permea costantemente e del quale tutti e tutte facciamo parte.
Ogni capitolo termina con una pratica proposta dall’autrice, in linea con le sue passioni e la disciplina di cui si occupa. Per me è stato un primo approccio a una spiritualità diversa a quella cui ero abituata e che, negli ultimi anni, mi stava stretta. Perché c’è differenza tra religione e spiritualità: una religione è una struttura gerarchizzata dove si crede a dogmi e si obbedisce a regole. Per contro, spiritualità è sentire nel proprio cuore e nel proprio corpo il sacro in tutto ciò che ci circonda, per cui si può essere molto spirituali pur senza aderire a particolari religioni (come si può essere molto religiosi senza essere spirituali).
Ecco perché ogni pratica è un esercizio di spiritualità applicata, per insegnarci a maneggiare il sacro, sentirlo con le mani, infilarlo nelle nostre giornate, abbellirci le nostre case o il nostro corpo, perché non c’è più la distinzione materia = profano contro religioso = sacro, ma tutta la materia, il corpo della Madre, i nostri corpi, le nostre azioni, tutto è sacro.
Ti consiglio questo libro se sei stanca delle religioni patriarcali e vuoi cominciare a comprendere che esistono modi di vivere la sacralità al femminile, alla portata di noi tutte.
Rossella Grenci dice
Grazie per questa recensione così chiara e che racconta bene il nostro libro!
Francesca Marizza dice
Cara Rossella, grazie a te per aver creato quel collage di esperienze, è stata una lettura davvero preziosa.